Il flauto stregato

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  1. LeilaTheBest
     
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    -Account: LeilaTheBest
    -Nome: Raeky (nella lingua neoelfica “Floky”), Lea (nome originario in lingua Elfica Antica)
    -EVENTI STORIA MODERNA:
    Raeky, della sua infanzia, ricorda davvero poco. Con un’infanzia di quasi due millenni (cosa comune agli elfi) è difficile ricordare molto, ma ella ha come dei “Cocci di Memoria”, ricordi che spuntano dopo aver visto o pensato qualcosa.
    La scorsa luna (gli elfi contano il tempo a lune) ella ha allestito un mercato, per la sua chiara voglia di un mondo pacifico basato sul commercio come fonte di guadagno e non sulla guerra.
    Quel mercato avrebbe dovuto ospitare molte persone, quindi lei e gli elfi più volenterosi rimasero fino all’alba per costruirlo. Dopo molte ore di lavoro sorse il sole, l’atmosfera venne illuminata di un candore arancione e l’aria si inebriò del profumo dei fuori primaverili.
    Tutto questo evocò un Coccio, un Coccio così importante da spingere Raeky ad interrompere i lavori per annotarselo. Ciò che scrisse, ovviamente, fu in Floky, il linguaggio neoelfico da lei inventato e ora molto usato dagli elfi e dai figli degli elfi scappati con lei.
    Sul libro che scrisse venne detto pressoché questo:
    -EVENTI STORIA ANTICA:
    “Ricordo, anche se questo è strano, che da piccola spesso visitavo il mercato elfico. Era un luogo affollato e io odiavo tutta quella folla, per questo lo visitavo la mattina presto, all’alba. Quando il sole sorgeva, mi pareva che il mondo si colorasse di giallo, arancione, bianco ed azzurro, che il profumo dei fiori e della vegetazione si spargesse e che la vita, in sostanza, iniziasse in quel momento. Poco dopo l’arrivo dei pochi mercanti ma prima dell’arrivo della folla d’elfi, girovagavo per il mercato tenendo lo sguardo sulle merci. Amavo saltellare di pietra in pietra sopra un mosaico dal motivo floreale. C’erano molte bancarelle, così le chiamavo, stracolme di oggetti relativamente utili ma realisticamente non necessari. Ogni bancarella era colorata sgargiantemente, decorata con nastri luccicanti e ciò incuriosiva i miei occhi da infante. Spesso mi avvicinavo, a volte di soppiatto, per prendere una cosa e fuggirmene nella foresta. Vi rassicuro: la prendevo per poter esaminarla in pace, poi la riportavo prima che il venditore (anche se spesso erano le elfe che si dedicavano a questa attività, mentre gli elfi si dedicavano al combattimento) se ne potesse accorgere. I miei Cocci sono sfocati, ma ricordo con precisione solo un oggetto. Mi è capitato di prenderlo per esaminarlo più volte, magari anche nella stessa settimana. Non fui mai in grado di chiederne l’utilizzo, ero molto introversa. Probabilmente era in legno di abete, oppure di acero, ma era un legno scuro. La forma era allungata, aveva dei buchi, somigliava ad una versione deforme di un flauto (strumento nel quale io ero e sono molto abile).
    Quello strano flauto, di cui l’utilità mi era sconosciuta, apparentemente non produceva suono una volta suonato. Ricordo un’altra cosa di quel flauto: apparteneva ad un’elfa dai capelli violetti. Era una donna simpatica, a volte un po’ stramba, ma molto riservata. Io, or’ora, ho il sospetto che fosse una strega, una di quelle buone. Un elfo, un giorno, si avvicinò alla sua bancarella e, mostrandosi interessato a quello strumento, ne chiese il prezzo. Io origliai ed ebbi un tuffo al cuore: in flauto costava poco più di una ventina d’ori (una valuta molto simile all’oren, un tempo adottata dagli elfi, ora anche noi abbiamo adottato gli oren, anche se soliamo usare gli ori tra di noi, come segno d’origine). Inutile dire che quella cifra, bassissima, me la sarei potuta permettere anche io. La strega, chiamiamola così, disse che però il compratore avrebbe dovuto avere dei prerequisiti e, dispiaciuta, annunciò che l’elfo non li aveva. Per la seconda volta non ebbi il coraggio di chiedere: “Io ho i prerequisiti?”, anche se mi pare che lei mi abbia guardato, per un “setek” (non so come tradurlo, è un’unità di misura indincante pochissimo tempo, meno di un attimo).
    Ora ho capito il perché di questo fugace sguardo, ma al tempo mi terrorizzai, pensando che mi avesse scoperto e che volesse punirmi (un’elfa con i capelli viola è una persona alquanto bizzarra e mi ha istigato un sentimento di terrore).
    Così girai per altre bancarelle e, solo un’ultima volta prima di lasciare la città, guardai quel flauto. Ormai non ero proprio un infante, erano passati diversi secoli ed ero diventata una ragazza (funziona così) e le mie dita riuscivano a coprire pienamente, anche se con un po’ di fatica, i fori dello strumento. Provai a suonare una melodia elfica molto famosa, ma molte note tacquero mentre altre stridettero. Era un passo avanti: dal non riuscire ad usarlo a riuscire a suonare particolari note in particolari condizioni (le stesse note non suonavano sempre). Poi lasciai il flauto sul bancone e agilmente fuggii.
    Dimenticai quel flauto dopo la mia uscita dalla città elfica, dimenticai anche il mercato che solevo visitare la mattina presto e con esso anche la strega.”
    -SCOPO DEL RACCONTO:
    “Dimenticai tutto, ma ora ho ritrovato questo ricordo ed un’altro ancora: la strega mi vide, dopo aver consegnato il flauto per l’ultima volta, e mi disse: <<ci vedremo sulla cima del Monte Senza Vita, dove la neve non cade e non crescono le piante. Lì ti insegnerò il come ed il perché.>>
    Inizialmente mi spaventai, poi tutto venne dimenticato, fino ad oggi.
    Spero di capire, un giorno, quale sia il monte, per capire cosa intendeva la strega (ora, sapendo la definizione di strega, sono quasi sicura che lo fosse), nel caso lei sia ancora viva. Penso di andare al villaggio elfico ormai distrutto e provare a cercare qualcosa che possa sbloccare altri miei ricordi, oppure trovare nuovi indizi sulla strega. Non so quale utilità può avere ciò, ma credo che se la Strega fosse ancora viva, allora probabilmente ciò che avrebbe da dirmi è molto importante. Ho deciso, andrò nella Grande Foresta”
    ...to be continued.

    Ho allegato un'immagine di come mi ero immaginata la strega. Spero che possa piacere anche questo racconto...
    Attached Image
    Strega Slim

     
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  2. Gazelle_IT
     
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    Molto interessante come storia, complimenti Leila.
    Sono sicuro che prenderemo spunto da questo tuo ricordo e ne costruiremo un'avventura per tutti voi.
     
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1 replies since 16/4/2019, 20:39   27 views
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